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Agricoltura e allevamento: il futuro è uno sguardo al passato

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mercoledì 15 Novembre 2017

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mercoledì 15 Novembre 2017

Viviamo in un momento in cui la crisi è forte dove da anni ormai le persone che hanno fatto scelte coraggiose, decidendo di restare in montagna e campagna, o quelli che hanno deciso di tornarci per vivere di quello che può offrire il territorio, sempre più spesso sono dimenticati dalle istituzioni.

Chi vive (o tenta di vivere) di agricoltura e allevamento ha enormi difficoltà e tanti, troppi, chiudono la propria azienda o smettono. Queste difficoltà nel vivere producendo “intensivamente” però hanno davvero poco a che vedere con la presenza del lupo e dell’altra fauna. Le piccole realtà agricole sono sopraffatte dalla burocrazia, spesso equiparate, per quanto concerne normative igienico sanitarie, alle grandi industrie. I prezzi del latte non coprono quasi le spese di produzione e la carne viene pagata sempre meno. Così per riuscire a stare in piedi in questo sistema che non considera importanti piccoli contadini e pastori si finisce per fare gli imprenditori. Greggi o mandrie di moltissimi capi, scelta di razze spinte alla iper-produttività selezionate a discapito della rusticità, animali de-cornificati, necessità di aree di pascolo molto vaste difficili da proteggere ed enormi quantitativi di fieno per l’inverno e quindi la necessità di avere anche trattori e attrezzature molto costose. Lo stesso discorso vale per le produzioni vegetali, varietà moderne iper-produttive che necessitano di molti trattamenti a discapito di varietà meno produttive ma più resistenti e sicuramente anche più buone. Ed in questo contesto storico, di grande crisi, davanti all’evidente fallimento economico nel quale ci troviamo, sono (spontaneamente) ritornati i lupi e con loro sono ritornate le paure, i pregiudizi, la disinformazione e la (tanta) strumentalizzazione per fini politici che spesso non guarda in direzione del reale problema. Il lupo mette l’allevamento moderno, ma a pensarci bene non solo quello, davanti ad uno specchio. Il lupo costringe il pastore “imprenditore” a tornare semplice pastore. Il lupo costringe a ridimensionarci a tornare ad uno stile di vita sostenibile. I lupi, quelli veri, non sono quelli a quattro zampe, che ci sono sempre stati e con i quali se lo si vuole realmente si riesce a trovare un equilibrio attraverso sistemi di protezione che permettono una pacifica convivenza. I veri lupi, quelli che stanno annientando la pastorizia, l’allevamento, le piccole realtà agricole, di gambe ne hanno due e sono quelli che hanno costretto i contadini e i pastori, che un tempo vivevano dignitosamente anche con pochi animali e piccoli appezzamenti, a diventare degli “imprenditori” che per riuscire a sopravvivere sono costretti a grandi numeri ed enormi estensioni andando contro la loro vera natura. Il lupo, a pensarci bene, tutto questo ce lo ricorda ogni giorno, ed anche molto bene.