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Convenzione di Berna: il lupo rimane una specie rigorosamente protetta

venerdì 02 Dicembre 2022

venerdì 02 Dicembre 2022

Come abbiamo già avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, questa settimana si è svolto l’incontro annuale tra le parti contraenti della Convenzione di Berna. Grazie al nostro partner norvegese NOAH, Associazione osservatrice al meeting che condivide insieme a noi l’appartenenza alla EAWC (European Alliance for Wolf Conservation) proviamo a fare un po di chiarezza su questo risultato.

Uno dei punti discussi e votati è stata la proposta della Svizzera di trasferire la specie lupo (Canis lupus) dall’Allegato II della Convenzione all’Allegato III. Ciò avrebbe comportato un significativo indebolimento della protezione del lupo, agevolando la strada verso gli abbattimenti.
La proposta è stata bocciata, con una netta maggioranza contraria e solo sei Stati che l’hanno sostenuta. Il governo svizzero ha cercato di rimuovere il lupo dall’Appendice II già nel 2005 e anche in quel caso la proposta è stata bocciata e lo stesso è stato fatto 13 anni dopo, nel 2018, ma la proposta è stata rinviata per indagare più da vicino lo stato di conservazione dei lupi nei vari Paesi del continente europeo. La Convenzione di Berna ha quindi commissionato uno studio al gruppo di ricerca dell’IUCN chiamato Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE) che ha completato lo studio nel 2022 (disponibile qui)
La conclusione principale del rapporto è che, sebbene la specie del lupo si sia diffusa in quasi tutti i Paesi europei, ci sono ancora diverse sfide che la conservazione del lupo deve affrontare. 

Popolazioni di lupi in Europa al 2016 (Boitani 2018) (I lupi della Turchia non sono inclusi)

Alcune delle sfide menzionate dalla LCIE sono la mancanza di metodi per stimare le dimensioni e la distribuzione delle popolazioni di lupo nei diversi Paesi, l’uso dei conflitti sociali intorno al lupo per scopi politici e la mancanza di piani di cooperazione formali tra gli Stati che condividono una popolazione di lupo transfrontaliera. Quest’ultima ha portato alla spiacevole situazione in cui gli Stati gestiscono la popolazione di lupi sul proprio territorio non tenendo conto della popolazione del Paese vicino, e senza un “piano d’azione condiviso”. Il Prof. Luigi Boitani, uno dei massimi esperti in materia che ha presentato il rapporto LCIE all’incontro, ha aggiunto che “la ripresa del lupo in Europa non è certo un successo“, ma piuttosto una “fortunata coincidenza di fattori biologici e storici“, e che questo sviluppo può essere facilmente invertito. La delegazione svizzera ha giustificato la sua proposta con un aumento significativo del numero di lupi in Europa negli ultimi cinque anni e un aumento dei conflitti con gli agricoltori. Hanno inoltre affermato che il lupo “impara rapidamente che gli esseri umani non sono pericolosi” e che dovrebbe essere più facile abbattere i lupi per controllare la popolazione. Ritengono inoltre che, nel lungo periodo, una gestione dei lupi basata su eccezioni agli abbattimenti potrebbe portare alla perdita di accettazione politica del predatore. 

La Commissione europea ha dichiarato che non c’è motivo di modificare la rigorosa protezione del lupo ai sensi dell’Allegato II, tenendo conto della base di conoscenze e delle sfide associate alla conservazione del lupo. La Commissione ha parlato a nome dei 27 Stati membri dell’UE. 
La proposta è stata respinta con sei Stati a favore, 30 contrari (di cui 27 Stati membri dell’UE) e 3 astensioni. A sostenere la proposta di declassamento sono stati Svizzera, Liechtenstein, Bielorussia, Turchia, Azerbaigian e Georgia. La Norvegia è stata uno dei tre Paesi che si sono astenuti dal voto.
Concludendo, l’esito di questo voto è molto importante, in quanto il declassamento del lupo sarebbe stato un segnale molto forte che si sarebbe potuto riflettere su diversi ambiti, dalla gestione politica comunitaria alla Direttiva Habitat, ed è assolutamente necessario che esso avvenga solo nel momento in cui la popolazione di lupo in Europa non solo sarà in un buono stato di conservazione ma anche libera da minacce che ne posso compromettere lo stato e l’accettazione.
Inoltre rimane importante sottolineare che i paesi membri ad oggi hanno tra le mani tutti gli strumenti gestionali per un corretto management del lupo, in primis l’utilizzo dei mezzi di prevenzione del danno, e che gli abbattimenti, già oggi possibili attraverso precise richieste e procedure, rimangono l’ultima possibilità e non vanno considerati un mezzo di gestione ordinario del lupo ma piuttosto eccezioni in casi particolari ed episodi specifici.

Un ringraziamento speciale a NOAH for dyrs rettigheter