loader image

I lupi “neri” della Val di Vara

da

sabato 16 Novembre 2019

da

sabato 16 Novembre 2019

Il branco della Val di Vara, tra le provincie di Genova e La Spezia è noto dal 2017 grazie al progetto di monitoraggio effettuato da ATC GENOVA 2 terminato all’inizio del 2018 al quale la nostra associazione ha collaborato.

Io non ho paura del lupo ha continuato a seguire il branco autonomamente anche grazie alla collaborazione di Simone Giosso, nostro socio volontario residente in Liguria, ed alla contiguità geografica dei territori che monitoriamo in Val Taro in Appennino parmense dal 2016.
E’ bene precisare che le nostre ricerche sul branco dei “lupi neri” della val di Vara si  basano su dati acquisiti da video trappole, fotocamere automatiche che si attivano al passaggio di animali, ricerca di segni di presenza e osservazioni dirette e che i dati raccolti sono delle stime ricavate dalle nostre interpretazioni e ricostruzioni. In questi ultimi due anni abbiamo così accertato che il branco si è riprodotto sia nel 2018, 5 cuccioli stimati, sia quest’anno con 7 cuccioli stimati. In questi ultimi due anni la coppia dominante, che abbiamo chiamato Pane e Ombra, è rimasta sempre la stessa, attualmente stimiamo che il branco sia composto da 12 individui: la coppia dominante, 7 cuccioli nati quest’anno e 3 individui giovani probabilmente i cuccioli nati nel 2018.
Nel video vediamo 10 dei 12 lupi stimati che formano il branco dei “lupi neri” della val di Vara, composto da 8 individui melanici e 4 wildtype  (aspetto normale).
In questo periodo dell’anno è del tutto normale che i branchi siano numerosi data la presenza dei cuccioli nati tra aprile e maggio che già adesso, anche se hanno circa 6 mesi, sono grandi quasi quanto gli adulti. Alcuni di loro non sopravviveranno (generalmente in media il 50% dei lupi non supera l’anno di età) ed altri invece lasceranno il branco di origine alla ricerca di un nuovo territorio e di un compagno/a con cui dare origine ad un nuovo branco, riportando il branco su valori medi che generalmente nel nostro paese sono di 4-6 individui. Alcuni lupi che compongono il branco della val di Vara presentano delle anomalie nell’aspetto è infatti possibile, ma questo può dirlo con certezza solo la genetica, che siano ibridi, ovvero che nel loro dna ci siano tracce di geni canini dovuti ad incroci passati. Lupi e cani appartengono alla stessa specie e la loro unione da origine a prole fertile. Il melanismo (mantello nero) non è una caratteristica certa d’ibridazione, alcuni lupi dal mantello nero potrebbero, come già accaduto, risultare puri agli esami genetici. Il melanismo è causato da una singola mutazione di un singolo locus che pare essere stata ereditata dal cane, questa mutazione potrebbe essersi fissata nei lupi secoli fa (come per i lupi in Nord America) ma anche più recentemente. Tra i lupi del branco della val di Vara alcuni individui oltre al mantello nero presentano anche macchie bianche su muso e zampe, è quindi possibile che nel loro patrimonio genetico ci possano essere tracce di dna  di cane recenti e che alla genetica risultino ibridi. Ma fino ad ora, almeno per quanto ci è dato sapere, non è stata effettuata alcuna analisi, e dunque non possiamo avere alcuna certezza della loro presunta ibridazione e grado di introgressione. Vogliamo ribadire alcuni aspetti importanti sui quali si fa spesso molta confusione e che possono generare preoccupazioni:  Un lupo ibrido è un animale nato e cresciuto in natura, cha pur avendo  nel suo patrimonio genetico delle tracce di dna di cane, si comporta esattamente come un lupo che alla genetica risulta essere puro. L’ibridazione si origina nel nostro paese principalmente per due ragioni, la prima è la pessima gestione dei cani che spesso sono lasciati liberi di vagare e la seconda sono gli atti di bracconaggio sulla specie lupo a livelli molto alti.
 Per evitare che cani e lupi si incrocino pensiamo sia necessario intervenire urgentemente sulle cause che sono l’origine dell’ibridazione: gestione dei cani e bracconaggio e in quelle zone dove gli individui ibridi sono elevati intervenire in modo non cruento con cattura, sterilizzazione e rilascio in natura degli animali. Nel territori che indaghiamo, che vanno dalla val di Vara alla Val Taro per circa 1000km2 , questo è l’unico branco nel quale abbiamo rilevato anomalie nell’aspetto. Purtroppo in Italia siamo senza un piano di gestione e conservazione del lupo che è ancora in attesa di essere approvato e continuiamo a restare nell’immobilismo istituzionale e con vuoti normativi necessari alla gestione degli ibridi.