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Lupo e orso, storia di un’emergenza che non esiste.

martedì 10 Luglio 2018

martedì 10 Luglio 2018

Personalmente come appassionato ho vissuto in prima persona il ritorno naturale del lupo sulle Alpi Orientali, da quel 2012 in cui sono arrivati i primi segnali entusiasti dalla Lessinia Veronese, fino ai giorni nostri, in cui il tema lupo è trattato quotidianamente sui social network, sui giornali e in TV.

Mai però mi sarei aspettato di arrivare al 2018 constatando una pressione mediatica devastante a carico di questi grandi predatori che, chi più chi meno, ha ritrovato il suo spazio all’interno delle nostre montagne.
Certo, c’era da aspettarselo, considerato che già da alcuni anni svariati portatori di interesse avevano iniziato a seminare mala-informazione, sfavorendo un dialogo tra le parti e fomentando falsi miti e credenze, con il solo scopo di favorire l’eliminazione di lupo e orso dai propri spazi naturali.
Così sono nati il mito della “reintroduzione del lupo da parte dell’uomo”, di biologi e zoologi “milionari” grazie a finanziamenti europei che mentono spudoratamente sul lupo altrimenti “perderanno il loro lavoro”, di metodi di prevenzione “che non funzionano”, di bambini “quasi mangiati” alla fermata del bus, di lupi tra le case e così via… Negli ultimi anni poi facebook ha giocato un ruolo fondamentale, come nell’informazione, così nella disinformazione, dando il via a congetture e immagini travisate a cui purtroppo alla fine, una vasta fetta di popolazione, che non approfondisce ciò che vede in foto, finisce per credere.
Basti pensare alle fotografie di lupi recuperati feriti, curati e rimessi in libertà da strutture come i CRAS per far credere a molti che addirittura siano le stesse autorità a liberare i lupi per distruggere l’allevamento tradizionale, a favore di quello estensivo! Questa piccola premessa ci porta al presente, dove purtroppo il lupo e l’orso hanno salito un ulteriore gradino, diventando di fatto “mezzi politici”.

Ma effettivamente, esiste un’emergenza, che obbliga i nostri politici ad occuparsi così celermente di questa “problematica”?

La risposta è semplice: nella realtà NO, ma nella testa di molti SI, e si sa, quello che potrebbe accadere finisce per fare spesso più paura di quello che accade ogni giorno.
Non a caso uno dei commenti più gettonati tra i detrattori di lupo e orso è aspettate che ci scappi il morto, e vedrete cosa succede!!”. A questo punto viene spontaneo chiedersi: ma dove sta scritto che il lupo non possa ferire o peggio uccidere qualcuno, come qualunque animale selvatico potrebbe fare?
In teoria, e l’orso in particolare lo ha dimostrato più volte, hanno entrambi le carte in regola per farlo. Ci dimentichiamo spesso però che i nostri boschi sono già pieni di animali selvatici che talvolta di persone ne hanno uccise o ferite, e anche parecchie: cinghiali, cervi, serpenti, zecche, vacche, così come gli stessi cacciatori, ogni anno uccidono e feriscono in incidenti tantissime persone, eppure sembra che se lo faccia il lupo o l’orso, toccherà aspettarsi una squadra di contadini con le fiaccole e i forconi stile 1500 d.c. che attraverso i boschi, cercheranno e uccideranno la fiera belva per darle una lezione che serva anche “agli animalisti”, mentre altri selvatici, che ogni anno di persone ne “incontrano” veramente, invece non impensieriscono nessuno. Qualche mese fa ad esempio, durante uno dei nostri appostamenti su un prato per scorgere fauna selvatica armati delle nostre macchine fotografiche, uno folto gruppo di cinghiali ha deciso che dovevamo toglierci di li, perchè loro insistentemente volevano passare da quel punto del prato, e la nostra presenza non era gradita. Ad una certa quindi ci siamo mossi, visto che loro, dopo diverso tempo, non si erano decisi a farlo.
Dovremmo quindi richiedere un DDL-Cinghiale?
Dovremmo quindi eradicarlo?
Dovremmo tacere perchè grazie al cielo la caccia al cinghiale è aperta, quindi più di così non si può fare? No!

Semplicemente, sappiamo che andare per boschi e colline, può essere pericoloso, così come attraversando la strada in centro a Milano o in un paesino di 100 abitanti può capitare che una auto ti investa.

Vivere la montagna, promuovere il suo territorio, la sua aria pura, la sua acqua buona e le sue piste da sci fantastiche, include anche accettare i pericoli che derivano da un ambiente naturale, così come in Corso Sempione si cerca di attraversare sulle strisce pedonali, per non essere “stirati” dalla prima auto.
Insomma la questione sembra complessa, ma in realtà è molto più semplice di quanto sembri. Detto questo, viene spontaneo chiedersi come rivalutare l’approccio “popolare” alla natura di questi luoghi, patrimonio di tutti, non solo di chi li abita, e l’unico modo per farlo in maniera corretta deve venire dalla politica e dalle sue decisioni che finiscono per influenzare, nel bene o nel male, tutto il popolo. Nella realtà quindi, il vero problema di un DDL spara lupo/orso come quello promosso negli ultimi giorni da Trentino e Alto Adige, che poi in realtà ricalca punto per punto o quasi la direttiva habitat Europea e lo stesso Pacobace nel caso dell’orso, crea un effetto boomerang devastante a causa del modo in cui è stato esposto. Uccidere un lupo problematico o confidente se mai ci sarà, a parer mio potrebbe non essere un problema, ma affermare che “si possa uccidere “il lupo” o “l’orso” tramite un apposito e specifico DDL da sbandierare come la soluzione, significa affermare la pericolosità di questi animali nella vita di tutti i cittadini, significa fomentare ingiustificate paure tra le persone, significa infiammare un dibattito già complesso e significa non costruire molto per una convivenza che di fatto è l’unica via utile e sicura per tutti, come affermiamo già da molto tempo noi che del lupo e dell’orso non abbiamo paura, ma rispetto.